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I dati sul riciclo degli imballaggi in Italia per il 2023

Sale ancora il tasso di imballaggi riciclati in Italia e le previsioni del CONAI per la fine del 2023 sono addirittura del 75% su base nazionale.

Se questi dati saranno rispettati, l’Italia supererà la richiesta dell’Unione Europea di raggiungere il 65% di plastica e non solo riciclata di dieci punti percentuali. Un numero che non solo fa ben sperare, ma fa capire come anche durante la pandemia la crescita e l’attenzione dei cittadini per l’ambiente non sia diminuita, ma aumentata anche nella consapevolezza di cosa singolarmente possiamo fare come cittadini.

 

Le previsioni per il riciclo degli imballaggi a fine anno

Il nostro paese entro la fine dell’anno raggiungerà dati davvero molto positivi nel riciclo di svariate tipologie di imballaggi: si va infatti dal 77% degli imballaggi in acciaio, al 67% degli imballaggi in alluminio, a poco più dell’85% per gli imballaggi in carta e cartone, al 63% degli imballaggi in legno, fino al 59% degli imballaggi in plastica e bioplastica e a quelli in vetro con l’80% del totale.

«La prudenza è d’obbligo» commenta il presidente del CONAI Ruini, «ma gli italiani si rivelano sempre più bravi nel differenziare correttamente i rifiuti. Lo sono stati anche durante i mesi del lockdown e delle restrizioni del 2020 e del 2021. La crescita delle raccolte differenziate urbane e il contributo dei flussi commerciali e industriali potrebbero quindi sorprenderci».

Grazie a questi numeri l’Italia diventerà il primo paese UE per materiale riciclato pro-capite. Un risultato che ci sentiamo di incoraggiare ulteriormente continuando a promuovere il riuso e riciclo di quanti più prodotti possibili.

 

Una valutazione a lungo termine

Come spesso accade però, qualunque tipo di valutazione andrà fatta su un periodo più lungo di qualche mese e dovrà tenere in considerazioni svariati fattori. Sempre Luca Ruini sottolinea utilizzando il condizionale che: «nel 2023 dovremmo raggiungere il 75% di imballaggi riciclati, anche se molto dipenderà dalle quantità immesse sul mercato, che sono strettamente legate all’andamento dei costi delle materie prime e dell’energia».

Secondo le previsioni: «l’Italia dovrebbe chiudere il 2023 con una quantità di imballaggi immessi sul mercato superiore a quella dei livelli pre-pandemia», e continua Ruini: «prevediamo che la ripresa dei consumi, nonostante il cambio nelle abitudini nello stile di vita degli italiani generato dalla pandemia farà superare i 14 milioni e mezzo di tonnellate di packaging sul mercato. E le nostre prime proiezioni, basate su dati previsionali, autorizzano a stimare che ne ricicleremo il 75%». L’equivalente di circa 11 milioni di tonnellate di imballaggi avviati a riciclo.

 

Le nuove proposte dell’UE

Una novità importante dell’inizio di quest’anno è quella dell’obbligo di segnare gli imballaggi con l’etichettatura ambientale. Anche se formalmente in vigore dal 1997, questa norma dal primo gennaio del 2023 è diventata obbligatoria.

La misura richiede al produttore di etichettare i propri imballaggi con tutte le informazioni necessarie al consumatore per smaltire nel modo più appropriato qualunque tipo di imballaggio. Grazie a questa norma, l’UE spera di migliorare ulteriormente la qualità della raccolta differenziata di tutti gli stati membri sostenendo la gestione dello smaltimento dei rifiuti, il riuso e riciclo del packaging, in modo da migliorare la qualità della raccolta differenziata.

 

Come e cosa cambia nello smaltimento dei rifiuti?

La norma approvata cambia in modo sostanziale le informazioni sui prodotti che usiamo ogni giorno. Dal primo gennaio tutti gli imballaggi in commercio devono avere un codice alfanumerico che identifica il materiale utilizzato per realizzarli.

In pratica, il codice permette di capire a quale uso sono destinati gli imballaggi. Ad esempio, nel caso di uso domestico, gli imballaggi devono indicare il materiale di cui sono composti e tutte le indicazioni per differenziare nel modo corretto.

Nello specifico, le informazioni inserite riguardano in particolare noi cittadini. Grazie a queste informazioni sapremo, sempre meglio e con sempre maggiore consapevolezza, dove gettare i nostri rifiuti, cosa può essere suddiviso e smaltito in pattumiere diverse e cosa non è riciclabile o va destinato a pattumiere esterne alle abitazioni, come nel caso di batterie o farmaci scaduti.

 

Foto di Sigmund su Unsplash